Editoriale

Cani da tartufo

Scritto da trifule il 11 Marzo 2024

Linee guida e consigli per l'addestramento del cane da tartufo.

Manca poco più di due mesi all’inizio della stagione del Tartufo Estivo (tuber aestivum Vitt.) ed i trifulao stanno iniziando l’addestramento di nuovi giovani cani o affinando quello dei veterani.

Qui di seguito vi proponiamo una lettura sulle caratteristiche dei cani da tartufo e alcuni consigli su come provare ad addestrarne uno.

Ricordiamo che il cane da tartufo non è solo un amico ed fidato collaboratore nella cerca ma è per legge un elemento obbligatorio per chi vuole addentrarsi nei boschi alla ricerca dei preziosi tuberi.

Ogni cercatore può utilizzare per la cerca al massimo due cani.

Il numero massimo di due è dettato dal fatto che è possibile effettuare l’addestramento utilizzando un esemplare più esperto come esempio per il cane più giovane.

È obbligatorio per la cerca l’utilizzo di cani appositamente addestrati.

Non è invece obbligatorio essere i proprietari del cane, per questi aspetti occorre fare riferimento alle normative vigenti in merito alle responsabilità civili e penali riferibili al possesso di animali domestici.

Tutti i cani, di razza o meticci, sono addestrabili alla cerca dei tartufi. Ci sono però alcuni fattori che influenzano la riuscita dell’addestramento tra cui la voglia di apprendere, che nel cane si traduce in desiderio di giocare. La razza e l’età sono fattori rilevanti ma non determinanti, e molto dipende dall’attitudine del singolo esemplare.

Nella scelta del cane è necessario valutare in primo luogo se indirizzarsi su un cucciolo o su un soggetto adulto già addestrato, nel qual caso bisognerà tenere conto della valutazione del singolo soggetto che dovrà essere osservato al lavoro su un terreno naturale, ripetutamente.

Sarà comunque meglio preferire un cane giovane per la maggiore pos sibilità di stabilire un corretto rapporto, rispetto ad un cane più avanti con l’età, anche se già addestrato.

Nella maggior parte dei casi ci si orienta all’acquisto di un cucciolo, basandosi principalmente sulla valutazione delle attitudini alla cerca del tartufo delle diverse razze.

L’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana (E.N.C.I.) ha approvato lo standard del Lagotto romagnolo con il seguente utilizzo: “cane spe- cializzato nella ricerca del tartufo su qualsiasi tipo di terreno”. Pertanto il Lagotto romagnolo diventa il primo ed unico “cane da tartufi” ufficialmente riconosciuto.

Si tratta di un’antica razza da riporto in acqua, presente fin dal XVI secolo, nelle valli di Comacchio e nelle lagune ravennati. A causa delle bonifiche che, nella seconda metà dell’800, portarono alla progressiva riduzione dell’immensa palude comacchiese e romagnola facendo scomparire quasi del tutto i vallaroli, anche il Lagotto perse progressivamente la sua funzione di cane acquatico e riuscì a sopravvivere e ad arrivare fino ai nostri giorni specializzandosi nella cerca del tartufo.

La spiccata attitudine alla cerca, la grande addestrabilità e precocità, la scomparsa dell’istinto venatorio ne fanno un cane con caratteristi- che ideali per questo lavoro. Va notato come la selezione operata in questi anni con il ritorno alla morfologia originale abbia ulteriormente affinato le attitudini sul lavoro.

Ma oltre al Lagotto molte altre razze ed incroci sono proficuamente utilizzati nella ricerca, visto che la maggior parte dei tartufai sembra preferire soggetti appartenenti alle razze più svariate.

Gli incroci tra le razze si fanno sempre più mirati a coniugare le attitudini alla cerca e le capacità di resistenza con un aspetto fisico piacevole. Uno degli incroci più uti- lizzati è il Bracco–Pointer, perché mantiene una “speciale” cerca e si presenta più resistente alla fatica. Altri incroci tra cani da caccia piut- tosto utilizzati sono Breton–Pointer, Bracco-Spinone, Spinone-Pointer e altri.

Sempre più frequente è l’uso delle razze pure che oltre al Lagotto pre- vedono cani da cerca, da ferma e da riporto come il Pointer, il Kurzhaar, il Drathaar, lo Spinone, il Breton e lo Springer Spaniel. Negli ultimi tempi si vanno affermando razze come il Labrador, il Korthals ed un cane da pastore di media taglia come il Border Collie.

 

 

L’addestramento

L’addestramento inizia nei primi mesi di vita, generalmente dal terzo al sesto, e deve essere un momento di gioco e di divertimento.

Gli scopi principali dell’addestramento sono.

• imprimere nel cane le caratteri- stiche inconfondibili del tartufo (innanzitutto l’odore),

• stimolare lo spirito della ricerca,

• insegnare al cane che, ad un cenno del padrone, deve inter- rompere lo scavo con le zampe,

• insegnare al cane a non distrarsi per l’eventuale presenza di topi,

uccelli ecc.,

• abituare il cane ad insistere nel suo prezioso lavoro.

All’inizio si farà giocare il cucciolo con dei pezzetti di tartufo che presto imparerà a cercare per terra seguendone il profumo e successivamente a mangiarli. In seguito si passerà all’utilizzo di una pallina di stracci contenente del tartufo, che verrà lanciata in modo che il cane la insegua e la prenda in bocca. Gli esercizi devono essere ripetuti per pochi minuti ogni giorno e devono essere interrotti appena l’attenzione del cane diminuisce.

Gradualmente bisognerà insegnargli a riportare la pallina e quando avrà imparato a farlo dovrà essere premiato con carezze ed un bocconcino. Quando ci si accorge che la cerca è effettuata con passione ed allegria si passerà a sotterrare la pallina in un buco aperto o in una fessura del terreno e si inciterà il cane a raspare per raggiungere la pallina.

Successivamente si passerà a seppellire dei tartufi veri facendo diffondere l’odore nel terreno. Quando il cane “cava” con facilità i tartufi nascosti in precedenza è pronto per la prova sul campo. Si porterà quindi in una tartufaia naturale, dove potrebbe essere utile, per le prime volte, metterlo al seguito di un cane più esperto.

Dopo che avrà “bucato” diverse volte in compagnia è opportuno portarlo fuori da solo. La fase di addestramento è terminata, non resta che intensificare le uscite per permettere al cane di “cavare” più volte possibile; solo così diventerà un cane da tartufi a tutti gli effetti dando migliori risultati verso i due anni se è femmina, l’anno successivo se è maschio.

Il cercatore deve amare il suo cane e riuscire ad accattivarsi la sua simpatia, trattandolo con fermezza ma con la dovuta delicatezza, senza percosse o altre punizioni corporali vietate per legge.

In bocca al lupo a chi ha deciso di intraprendere questa meravigliosa avventura!!!

Ricordando che addestrare il cane non basta, anche l’umano si deve addestrare studiando per conseguire il patentino obbligatorio da cercatore.