La ricerca

Il tartufo

Un uomo e il suo fido cane, i boschi e le colline, una passione senza tempo.

In Piemonte il cercatore di tartufi viene chiamato, in dialetto, “trifulau”, “trifolao” o “trifulè” (da qui deriva il nome della nostra azienda “Dal Trifulè” che significa letteralmente “dal cercatore”). 

Il cercatore deve possedere alcune doti fondamentali per una fruttuosa ricerca, tra cui: un’ottima conoscenza del territorio in cui si muove, capacità di osservazione, l’intuito nel riconoscere i luoghi migliori, mani abili quando viene il momento di estrarre il tartufo da terra e soprattutto un buon cane ed un’ottima intesa con quest’ultimo.

Agli inizi del ‘900, nelle nostre terre (Langhe, Roero e Monferrato), l’attività di cercatore di tartufi serviva ad integrare i redditi di un’agricoltura ancora povera, un contributo all’economia domestica.

Questa peculiarità, con tutte le evoluzioni, permane radicata ancora oggi. L’attività, infatti, si concentra spesso nelle ore notturne, un po’ per rimanere nascosti agli altri cercatori con il favore del buio, un po’ perché nelle ore diurne essi hanno un lavoro regolare.

Nonostante non sia affatto semplice, vi è una parte di cercatori che riesce a fare di questo un lavoro a tempo pieno…non lasciatevi ingolosire, è un mestiere che richiede grande esperienza!

Requisiti

Per svolgere l’attività bisogna essere cercatori certificati, possessori del tesserino che si riceve al superamento di uno specifico esame, in mancanza del quale si rischia di incappare in pesanti sanzioni.

L’abusivismo, o lo scarso rispetto delle norme e dei codici che regolano la ricerca, sta portando ad un graduale aumento del degrado ambientale, che porta a sua volta a una costante diminuzione di produttività del terreno.

Per cercare di rimediare ad una condotta sconsiderata di alcuni cercatori, sono stati calendarizzati i periodi di raccolta delle singole specie commercializzate.

Il cane

Come anticipato, nella ricerca è fondamentale l’aiuto del cane, che viene scelto e addestrato fin da piccolo alla cerca. 

I cani migliori sono dotati di ottima resistenzaolfatto sviluppato e molta obbedienza.

Tra le specie canine più portate spiccano lo spinone, il bracco, il pointer e il lagotto.

Difficilmente comunque il compagno del cercatore è un esemplare con pedigree: i preferiti sono i bastardini di taglia medio-piccola, quelli che in Piemonte chiamiamo affettuosamente “tboj”.

La predilezione per i meticci deve molto ad una “voce popolare” che li riteneva più resistenti, svegli e con un fiuto migliore dei cani di razza.

Una predilezione di genere si ha per le femmine ritenute più mansuete a facilmente addestrabili.

I cani si possono acquistare già formati, oppure formarseli da se. Per formare un cane da tartufi si usano più tecniche come il portarlo con un cane più esperto, facendolo esercitare dapprima in casa con briciole di tartufo, battuffoli imbevuti di olio con tartufi macinati.

L’addestramento, per creare un buon cane, deve avvenire fin da cuccioli; in età adulta è possibile, ma molto più complicato.

Il corredo

Il corredo del cercatore è semplice e scarno, spesso composto da:

  • un bastone ricurvo per reggersi sulle pendenze più ripide e scostare il terreno sondandolo;
  • una torcia per far luce nei punti in cui il cane si dirige e comincia a scavare;
  • un utensile come la zappetta nel Nord o una piccola vanga nel Centro-Sud Italia, per terminare l’opera del cane estraendo con cura e delicatezza il tartufo;
  • un cesto o bisaccia dove riporre il raccolto;
  • qualche cibaria, soprattutto come premio e conforto per il cane.

In autunno, stagione di punta dell’attività, l’abbigliamento di ordinanza prevede pantaloni di lana o jeans spessi, scarpe da trekking, gilet multitasche da cacciatore, maglione in pile caldo, k-way, sciarpa e berretto per proteggersi dall’umidità.

Avere dietro un navigatore satellitare o almeno una bussola è consigliato per tutti, anche per i più esperti.

Il calendario

Ad ogni varietà il suo tempo di maturazione

Ogni tipo di tartufo ha il suo periodo ed il suo terreno di maturazione specifici e i tempi di raccolta vengono stabiliti, di anno in anno, da apposite leggi regionali.

Ecco un calendario indicativo dei periodi di raccolta tartufi in Italia:

La raccolta tartufi è vietata per tutte le specie dal 1 al 31 Aprile e dal 1 al 20 Settembre.